Neo-genitori in difficoltà: dallo stress fisiologico ai casi di figlicidio
Dal caso di cronaca del bimbo di 5 mesi, affogato dalla madre durante il bagnetto, alle difficoltà con cui si confrontano quotidianamente tanti neo-genitori. Cosa lega queste due condizioni apparentemente inavvicinabili? C’è un filo di continuità tra lo stress “fisiologico” nell’allevare un figlio e la rottura definitiva e patologica con il carico che essere genitore comporta? La psicologia e la psichiatria ci aiutano a ricostruire questo filo e a comprendere come ogni caso di cronaca, per quanto eclatante ed estremo, non è che una situazione “normale” in cui tanti “piccoli” segnali di disagio, emersi nel corso del tempo, piuttosto che essere letti e decodificati sono stati, purtroppo, trascurati. Per usare una metafora, potremmo pensare a come da un’innocua pietruzza può generarsi una valanga inarrestabile. Comprendere come ciò che ci appare un assurdo, distante gesto folle possa essersi alimentato in una condizione di “normale” disattenzione è il primo passo per operare in un’ottica di prevenzione. Prevenire significa fornire l’attenzione, i modelli, il sostegno necessario a chi si orienta a diventare genitore in un’epoca in cui sono cambiati stili di vita e sono venuti a mancare pezzi della rete familiare di supporto nella cura dei figli. Dai percorsi di preparazione al parto, all’assistenza psicologica oltreché ostetrica in ospedale, all’accompagnamento al puerperio per un precoce e sano attaccamento nella relazione madre-bambino, ai corsi di educazione alla genitorialità, allo psicologo dell’età evolutiva accanto al pediatra: questi gli strumenti da promuovere e potenziare, in tema di genitorialià. Genitori, infatti, si diventa, non si nasce. In questo percorso, dunque, acquisisce importanza uscire dall’isolamento della singola coppia per condividere le proprie difficoltà con più interlocutori: con chi si trova nella stessa situazione di vita, scambiandosi un sostegno alla pari in gruppi di genitori, perché il senso di inadeguatezza non prenda il sopravvento; con un professionista esperto, quando, per non minimizzare e trascurare segnali di stress eccessivo, come una depressione post-partum che si prolunga nel tempo, occorre prendere atto di una difficoltà che, se affrontata puntualmente, ha più probabilità di arrestarsi ed essere risolta.
Michela Carmignani
Pubblicato su “il quartiere”, giugno 2005 |