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Estrazione dei sali solubili |
All'interno di una struttura muraria possono essere
presenti sali solubili o insolubili. Il fenomeno di cristallizzazione può
avvenire all'esterno o all'interno del dipinto murale. Nel primo caso si
parla di efflorescenza e il deposito dei sali avviene sulla pellicola pittorica
che si presenta con una patina biancastra; nel secondo caso la cristallizzazione
dei sali si verifica all'interno della struttura e, aumentando il volume,
genera la caduta del colore. Il fine dell'operazione di estrazione è
quello di eliminare l'accumulo dei sali dallo strato superficiale. Il metodo
più comunemente utilizzato, sempre se compatibile con la tecnica
di esecuzione del dipinto, consiste nell'applicazione di compresse umide
di polpa di cellulosa o altri supportanti facilmente rimovibili, dopo l'applicazione.
La presenza di sostanze chimiche , aggiunte all'acqua, come i sali di ammonio,
può favorire la solubilizzazione dei sali (solfati), ma bisogna evitarne
l'applicazione su pigmenti a base di rame.
Altri mezzi utilizzati per l'asportazione delle efflorescenze saline solubili
e insolubili sono le resine a scambio ionico (ad azione selettiva in forma
anionica OH o in forma cationica H+ forti o deboli). Le resine hanno la
capacità di reagire solo con le superfici con le quali vengono a
contatto e, per questo, la loro azione può risultare più controllabile.
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Questa operazione si è resa
necessaria solo sulla controfacciata. Nella sequenza, un tassello
di prova di desolfatazione e pulitura delle superfici che erano interessate
dalla presenza delle resine applicate durante il restauro del Tintori,
e oramai alterate.
Sulla superficie sbiancata si applica un gel che supporta un solvente.
Quest'ultimo a sua volta, riattiva il vecchio materiale consentendone
o la parziale rimozione o la riattivazione ( reforming). |
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Dopo questa applicazione si puliscono
con un tampone le parti rigonfiate e si pulisce la superficie con
un impacco di polpa di carta ed acqua calda, interponendo carta giapponese.
Si prosegue, quindi, con una pulitura a tampone ed acqua distillata.
A questo punto si applica la resina anionica e, quindi, si procede
con il lavaggio della superficie e la rimozione dei ritocchi presenti,
con un un tamponcino. Nell'ultima foto, il tassello campione trattato
con la resina e senza. |
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