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Biografia
GIOTTO A PADOVA GIOTTO AGLI SCROVEGNI BIBLIOGRAFIA

Quadro sinottico culturale
  1267 è la probabile data di nascita di Giotto di Bondone che nacque a Colle di Vespignano
  1290 1300 in questo periodo si colloca l'impegno dell'artista ad Assisi, nella Basilica di San Francesco
  1299 è chiamato a Roma da Bonifacio VIII in occasione del Giubileo indetto per l'anno successivo
  1301 1303 circa, il suo soggiorno a Rimini è documentato dalla Croce nel Tempio Malatestiano
  1303 1305 dipinge per Enrico Scrovegni nella Cappella dell'Arena a Padova le " Storie di Cristo e della Vergine"
  1308 circa è di nuovo ad Assisi e lavora nella Cappella della Maddalena
  1311 1312 è a Firenze, impegnato in attività commerciali. A questi anni appartengono, fra le altre opere, la Maestà della Chiesa di Ognissanti (ora gli Uffizi) e la decorazione della Cappella Peruzzi in Santa Croce
    ad un secondo soggiorno romano, risalgono i perduti affreschi dell'abside di San Pietro in Vaticano
  1314 1318 per alcuni studiosi in questo periodo è la data del secondo soggiorno a Padova, dove affresca il Palazzo della Ragione. Per altri gli stessi affreschi vanno posti attorno al 1309-12
  1320 si iscrive alla matricola dell'Arte dei Medici e Speziali fiorentini e in ottobre nomina un procuratore. In questi anni realizza numerose opere fra cui gli affreschi della Cappella Bardi in santa Croce
  1328 è a Napoli, al servizio di Roberto d'Angiò
  1334 1335 è di nuovo a Firenze e viene nominato capomaestro dell'Opera di Santa Reparata e ingegnere capo del comune fiorentino
  1335 parte per Milano
  1337 8 gennaio muore a Firenze all'età di 70 anni
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1267  

La data di nascita è ricavata da una notizia del cronista fiorentino Antonio Pucci (1348-1388 circa), che ne colloca la morte nel 1337 (stile fiorentino 1336), all'età di settant'anni.













1290-1300

Nell'ultimo decennio del secolo l'artista è impegnato ad Assisi, per affrescarvi il ciclo con Storie di San Francesco.
Il ciclo francescano di Assisi è uno dei casi più clamorosi nella storia dei grandi monumenti artistici di mancanza assoluta di dati certi sull'epoca dell'esecuzione, e sull'autore ( o gli autori), la cui individuazione costituisce una delle più complesse querelles della storia dell'arte.
La prima citazione del lavoro di Giotto ad Assisi è di Riccobaldo da Ferrara, ma è per primo il Ghiberti (1450 ca) che precisa che Giotto "dipinse nella Chiesa di Asciesi, nell'ordine dei frati minori, quasi tutta la parte di sotto".
L'unica notizia sul committente ci è data da Giorgio Vasari che, nella seconda edizione delle Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architettori ( 1568), afferma che il ciclo sarebbe stato affrescato quando era generale dell'Ordine francescano fra' Giovanni da Murro (1296- 1304).
Questa datazione è stata però contestata da molti studiosi che anticipano l'esecuzione degli affreschi al pontificato di Nicolò IV, quindi agli inizi degli anni novanta. È noto che già nel grande cantiere di Assisi la tecnica di pittura a fresco, basata sull'impiego di "giornate", aveva definitivamente soppiantato, a partire dalle Storie di Isacco, quella a secco (o comunque caratterizzata da largo impiego di campiture di colore a secco) che procedeva per "pontate".
Il nuovo procedimento aveva comportato l'abbandono dei tradizionali, rigidi schemi grafici, elaborati nel corso di secoli e codificati nei trattati di tecnica pittorica bizantina, con la conseguente necessità di mettere a punto di volta in volta i disegni delle immagini da dipingere.
Al maestro toccava l'onere di inventare le immagini disegnandole, mentre per la messa in opera sul muro egli si serviva di solito di aiutanti, a vari livelli di specializzazione, in funzione dell'esperienza accumulata da ciascuno di loro.
Nasce ad Assisi, quindi, l'idea di una diversa organizzazione del cantiere. Un'organizzazione che troverà un'innovativa evoluzione nella Cappella degli Scrovegni.

1299

In questa occasione affresca ( secondo il Vasari) la Loggia delle Benedizioni nei Palazzi Lateranensi. Di quegli affreschi, oggi perduti, e di quel periodo resta solo la cosiddetta Navicella in San Pietro in Vaticano,ma trasposta in mosaico. In realtà non si hanno notizie certe di un soggiorno di Giotto a Roma se non in una data più avanzata (1313) e in modo del tutto generico. Lo stesso frammento di dipinto murale esistente in San Giovanni in Laterano, tradizionalmente interpretato come la Indizione del Giubileo e quindi datato al 1300, potrebbe essere riferito a Bonifacio VIII che prende possesso del Laterano e, quindi, anticipato cronologicamente al 1297. Il papa è comunque lo stesso che avrebbe commissionato a Giotto nel 1300 la Navicella.

1301-1303

Sicuro un suo intermezzo, fra Roma e Padova, a Rimini, del quale resta la Croce nel Tempio Malatestiano (San Francesco) mentre sono andati perduti gli affreschi della stessa chiesa. È in questo lasso di tempo che Giotto arriva a Padova sempre chiamato dai francescani (cfr. la sezione "Giotto a Padova").

1303-1305

Sette secoli fa, nell'anno del primo Giubileo (1300), fu posta la prima pietra della Cappella che Enrico Scrovegni, ricco banchiere e uomo d'affari padovano, aveva voluto erigere a completamento del palazzo. Per adornare l'edificio, destinato ad accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, Enrico chiamò due tra i più grandi artisti del tempo: a Giovanni Pisano commissionò tre statue d'altare in marmo raffiguranti la Madonna con Bambino tra due diaconi, a Giotto la decorazione pittorica della superficie muraria (cfr. la committenza)
La prima citazione di Giotto come autore della decorazione pittorica della Cappella dell'Arena - mai peraltro messa in discussione - risale al 1312 -1313. Si tratta di un notissimo passo contenuto nella Compilatio Chronologica di Riccobaldo da Ferrara: "Joctus pictor eximius florentinus agnoscitur. Qualis in arte fuerit testantur opera facta per eum in ecclesiis minorum Assisii Arimini Padue et in ecclesia Arene Padue"". Se è possibile ipotizzare per il completamento dell'opera un termine al 1305 o comunque non oltre il 1306, nessuna notizia certa è pervenuta che consente di collocare negli anni l'inizio dell'attività del pittore nella Cappella.

1308

Al 1307 - 8 si fa risalire la decorazione della cappella della Maddalena, condotta da Giotto con numerosi collaboratori, tra i quali il "Maestro Espressionista di Santa Chiara", identificato in Palmerino di Guido, che in un documento del gennaio 1309 restituisce del denaro a nome di Giotto.

1311-1312

Nel Dicembre 1311 e nel febbraio 1312 è di nuovo a Firenze, impegnato in attività commerciali. Prima del 1312 ha eseguito la Croce in Santa Maria Novella e una tavola per San Domenico a Prato. A questi anni appartengono la Maestà della chiesa di Ognissanti, ora agli Uffizi; la Croce di San Felice in Piazza e il polittico di Raleigh, proveniente dalla Cappella Peruzzi in Santa Croce, la cui decorazione viene fatta risalire proprio a quegli anni. Nel 1314 nomina a più riprese procuratori a Firenze per la riscossione di crediti. La documentazione a Firenze si interrompe sino al settembre 1318, quando dota la figlia Bice per tramite del già emancipato figlio Francesco, anch'esso pittore.


Di questi affreschi resta un frammento nella collezione Fiumi ad Assisi ed il Polittico sull'altare della stessa basilica, ora in Pinacoteca, commissionato da Jacopo Stefaneschi.

1314-1318

In questo intervallo è stato ipotizzato un secondo soggiorno padovano, confortato dal racconto del Vasari che lo colloca dopo il 1316, per affrescarvi il palazzo della Ragione (il ciclo andò perduto in un incendio nel 1420), nonchè una perduta cappella della Basilica ed una sala nel Capitolo del Santo. Molti studiosi anticipano entrambi gli interventi a ridosso della decorazione degli Scrovegni ( cfr. Giotto a Padova). Si è spesso ritenuto, anche, che cada in questo secondo soggiorno l'esecuzione del Crocifisso del Museo Civico, collegata da Gnudi (1958) alla decisione presa nel 1317 da Enrico Scrovegni di provvedere alla dotazione per l'officiatura della cappella. Ma più di recente e ripetutamente, un'altra studiosa, Flores d'Arcais, ha ritenuto il Crocifisso coevo alla decorazione murale della cappella.

1320

Nel 1320 si iscrive alla matricola dell' Arte dei medici e speziali fiorentini, e in ottobre nomina un procuratore. Nel gennaio 1322 acquista terre a Colle di Vespignano, suo paese natale; nel novembre 1325 garantisce un prestito; nel gennaio e nel maggio 1326 dota la figlia Chiara. Sono anni di intensa attività che vedranno nascere gli affreschi della cappella Bardi in Santa Croce e il polittico francescano smembrato tra i musei di Monaco, New York, Londra, la collezione Berenson a Settignano e il Gardner Museum a Boston; il polittico Goldman-Horne-Chaalis; e la Dormitio Virginis di Berlino.

1328

Il re lo nomina, il 20 gennaio 1330, suo familiare e nel marzo 1332 gli dona una somma di denaro in qualità di "prothopictori familiari et fideli nostro"; dal mese successivo Roberto d'Angiò gli dona una pensione annua per i suoi servizi. Giotto realizza, per conto del re: - una Cappella in Castelnuovo ( di cui restano solo frammenti attribuiti a Maso di Banco nello strombo dei finestroni); - la "Sala del re Uberto de' uomini famosi", come racconta il Ghiberti - una Cappella in Santa Chiara (di cui resta solo un frammento del Compianto su Cristo morto nel coro delle Monache) - una cappella in Castel dell'Ovo, sempre secondo quel che racconta il Ghiberti, di cui non resta traccia.

1334-1335

Nell'aprile 1334 è di nuovo a Firenze dove viene nominato capo maestro dell'Opera di Santa Reparata e ingegnere capo del comune fiorentino; il 18 luglio dello stesso anno dà inizio alla costruzione del campanile della cattedrale, il celeberrimo "campanile di Giotto" , e fornisce i disegni per le Storie della creazione, scolpite da Andrea Pisano (Ghiberti). Firma il polittico della Pinacoteca di Bologna e quello della Cappella Baroncelli in Santa Croce. Inizia la decorazione della Cappella del Podestà nel Palazzo del Bargello (Ghiberti) dove sono, mutile e rovinate, raffigurazioni del Giudizio Universale e Storie della Maddalena, non attribuite alla sua mano ma alla sua bottega (D'Arcais).

1335

nel distrutto palazzo di Azzone Visconti affresca una sala con una "Gloria mondana"

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  1257 Nicola Pisano inizia l'esecuzione del pulpito del Battistero di Pisa: è il primo esempio di scultura svincolata dall'architettura
  1265 nasce a Firenze Dante Alghieri, che muore nel 1321 a Ravenna. La maggior parte della composizione della Commedia data a dopo il 1307 e, con sicurezza, nel 1319 l'Inferno ed il Paradiso erano già pubblicati
  1271 Marco Polo parte alla volta dell'Oriente dove resterà fino al 1295. Il primo compendio toscano del suo viaggio esce nel 1309
  1287 1288 Cimabue dipinge il Crocifisso per la chiesa di Santa Croce, che rinnova radicalmente la tradizione pittorica, ancora legata all'iconografia bizantina
  1290 inizia la costruzione del Duomo di Orvieto, culminata fra il 1310 ed il '30 con l'opera di Lorenzo Maitani
  1294 inizia la costruzione del Duomo di Firenze affidata ad Arnolfo di Cambio. Arnolfo progetta, nella stessa città, anche Santa Croce e Santa Maria Novella
  1304 il 20 luglio nasce, ad Arezzo, Francesco Petrarca che morirà nel 1374
  1313 nasce, a Certaldo come vuole la tradizione o forse a Firenze, Giovanni Boccaccio
  1315 Simone Martini dipinge la Maestà nel Palazzo Pubblico di Siena, prima opera certa del maestro, da lui stesso rinnovata nel 1321
  1338 1340 Ambrogio Lorenzetti dipinge, nel Palazzo Pubblico di Siena, le Allegorie del Buono e del Cattivo governo
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Quadro sinottico storico
  1254 1273 la Germania conosce un periodo in cui il potere rimane di fatto vacante: è il Grande Interregno
  1261 i bizantini sconfiggono i veneziani e i loro alleati e riconquistano l'Impero latino d'Oriente. Sul trono sale la dinastia dei Paleologi
  1267 cacciata dei ghibellini da Firenze
  1279 Qubilai Khan conquista la Cina
  1282 rivolta dei Vespri siciliani contro gli Angioini
  1295 nasce in Inghilterra il Parlamento che affianca, ai baroni e agli ecclesiastici anche i borghesi
  1300 il papa Bonifacio VIII celebra il primo Giubileo
  1307 1377 il papato ha sede ad Avignone
  1309 1343 regno di Roberto d'Angiò a Napoli
  1311 Matteo Visconti, già signore di Milano dal 1295, poi esiliato, riprende il potere nella città e diviene vicario imperiale di Enrico VII, consolidando il dominio della famiglia sul milanese per lungo tempo
  1318 la città di Padova si affida a Jacopo da Carrara per frenare le mire espansionistiche dei Della Scala, signori di Verona, che conquistano comunque la città nel 1328 e la dominano fino al 1338, quando Padova torna nelle mani dei da Carrara, con Ubertino, e vi resta fino al 1388, anno della presa di Padova da parte dei Visconti
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