Nell'ultimo decennio
del secolo l'artista è impegnato ad Assisi, per affrescarvi
il ciclo con Storie di San Francesco.
Il ciclo francescano di Assisi è uno dei casi più clamorosi
nella storia dei grandi monumenti artistici di mancanza assoluta di
dati certi sull'epoca dell'esecuzione, e sull'autore ( o gli autori),
la cui individuazione costituisce una delle più complesse querelles
della storia dell'arte.
La prima citazione del lavoro di Giotto ad Assisi è di Riccobaldo
da Ferrara, ma è per primo il Ghiberti (1450 ca) che precisa
che Giotto "dipinse nella Chiesa di Asciesi, nell'ordine dei frati
minori, quasi tutta la parte di sotto".
L'unica notizia sul committente ci è data da Giorgio Vasari
che, nella seconda edizione delle Vite dei più eccellenti pittori,
scultori e architettori ( 1568), afferma che il ciclo sarebbe stato
affrescato quando era generale dell'Ordine francescano fra' Giovanni
da Murro (1296- 1304).
Questa datazione è stata però contestata da molti studiosi
che anticipano l'esecuzione degli affreschi al pontificato di Nicolò
IV, quindi agli inizi degli anni novanta. È noto che già
nel grande cantiere di Assisi la tecnica di pittura a fresco, basata
sull'impiego di "giornate", aveva definitivamente soppiantato, a partire
dalle Storie di Isacco, quella a secco (o comunque caratterizzata
da largo impiego di campiture di colore a secco) che procedeva per
"pontate".
Il nuovo procedimento aveva comportato l'abbandono dei tradizionali,
rigidi schemi grafici, elaborati nel corso di secoli e codificati
nei trattati di tecnica pittorica bizantina, con la conseguente necessità
di mettere a punto di volta in volta i disegni delle immagini da dipingere.
Al maestro toccava l'onere di inventare le immagini disegnandole,
mentre per la messa in opera sul muro egli si serviva di solito di
aiutanti, a vari livelli di specializzazione, in funzione dell'esperienza
accumulata da ciascuno di loro.
Nasce ad Assisi, quindi, l'idea di una diversa organizzazione del
cantiere. Un'organizzazione che troverà un'innovativa evoluzione
nella Cappella degli Scrovegni.
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