|
|
Tipologia delle alterazioni |
|
|
|
|
|
Dilavamento dell'azzurrite. |
|
Sgocciolature
Tra le voci relative agli interventi precedenti sono stati
inclusi anche i danni prodotti da trattamenti non idonei,
quali appunto le sgocciolature dovute alla percolazione di
prodotti o materiali incautamente utilizzati nel corso di
trattamenti di pulitura o consolidamento. Il dato è
stato riportato in quanto si riscontra con una certa frequenza
sulle superfici dipinte della cappella.
In molti casi tali sostanze, o la loro successiva asportazione,
hanno provocato la parziale o totale perdita degli strati
pittorici sottostanti.
|
|
|
Uno dei due riquadri staccati. |
|
Stacchi
Parti di dipinto murale (pellicola pittorica ed intonaco)
che nel corso del XIX e XX secolo per ragioni conservative
sono state rimosse dalle superfici architettoniche e quindi
ricollocate in situ utilizzando tecniche differenti.
Interventi di stacco e riadesione di porzioni di intonaco
direttamente alla struttura muraria, senza ricorrere all'interposizione
di un nuovo supporto rigido, sono praticati nell'ottocento
per risanare quei difetti di adesione degli strati preparatori
dove la presenza di marcate deformazioni dell'intonaco rendeva
inapplicabile il tradizionale sistema di consolidamento mediante
vincoli meccanici (v. chiodi/grappe).
Il procedimento consisteva nell' individuare e segnare l'esatto
confine della parte da staccare, preventivamente protetta
con più strati di una tela finissima fatta aderire
con colla d'amido; praticare con affilate lame d'acciaio una
sottile incisione lungo il perimetro della zona individuata
e rimuovere la parte; restituire planarità all'intonaco
deformato, consolidarlo dal verso e assottigliarlo fino ad
un spessore di pochi millimetri (circa 3 mm); eseguire un
nuovo arriccio di calce idraulica in sostituzione del vecchio,
dopo aver impermeabilizzato la muratura con sostanze idrorepellenti;
far riaderire l'intonaco staccato alla parete mediante un
composto ("cemento"), messo a punto dallo stesso
Botti, a base di formaggio, calce viva e mattone pesto.
|
|
|
Un tondo strappato per prova durante
il secondo conflitto mondiale |
|
Strappi
Le vicende conservative della cappella annoverano anche interventi
di strappo, cioè interventi limitati alla rimozione
della sola pellicola pittorica. Come gli stacchi (vedi) effettuati
nella volta anche gli strappi hanno la funzione di saggiare
l'asportabilità degli affreschi al fine di prevenirne
la distruzione nel corso del secondo conflitto mondiale. L'operazione
ha riguardato solo due porzioni molto limitate di affresco
- il tondo con Madonna e Bambino e una specchiatura in finto
marmo - a causa degli esiti del tutto insoddisfacenti dell'intervento
imputabili alla buona coesione tra pellicola pittorica e intonaco
degli affreschi giotteschi.
|
|
Stuccature
preesistenti
Si differenziano per materiali costitutivi, granulometria
dell'impasto, livello di stesura e finitura delle superfici.
Tali diversità sono riferibili sia all'epoca di esecuzione
che all'estensione delle mancanze di intonaco da reintegrare.
Di fatto sono individuabili tre principali tipologie di stuccature:
quelle eseguite con malte aeree, quelle eseguite con malte
idrauliche (in cui rientrano anche le numerose stuccature
dei chiodi) e quelle eseguite con un impasto a base di resina
sintetica. Gran parte delle stuccature appaiono trattate a
tinta neutra, anche se non mancano alcuni esempi di reintegrazione
pittorica mimetica, di lacune di grandi dimensioni, in corrispondenza
delle campiture del cielo, delle decorazioni cosmatesche delle
cornici e delle specchiature a finti marmi dello zoccolo.
|
|
|
|
|
|
|