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Particolare della scena in cui Gioacchino ritorna
a casa ed alla Porta Aurea abbraccia Anna |
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Tutto
il registro superiore della parete destra è occupato dalle sei
scene dedicate ai genitori della Madonna. Nessuno dei quattro Vangeli
riporta questo racconto, che trova pochissimi precedenti iconografici
anteriori o contemporanei a Giotto (manca del tutto, per esempio, nella
pur ampia rassegna di scene dipinte nella Maestà di Duccio di Buoninsegna).
I significati specifici
Gioacchino, ormai anziano e senza figli, viene scacciato dal tempio poiché
la sterilità era considerata un disonore. Rifugiatosi tra i pastori,
cui aveva affidato le sue greggi, compie sacrifici benedetti da Dio (ecco
infatti la mano divina che appare sull'altare allestito da lui allestito
sui monti), ha in sogno la visione di un angelo e su suo consiglio torna
a Gerusalemme. Intanto anche Anna viene confortata dalla visita dell'angelo:
dinanzi alla Porta Aurea avviene il toccante incontro, suggellato nell'affresco
da un bacio casto e insieme commovente.
Le fonti
La fonte letteraria principale è la Leggenda Aurea, la diffusissima
opera composta dal beato Jacopo da Varazze nella seconda metà del
Duecento, ricca di spunti narrativi subito ritradotti in immagini dagli
artisti.
Seguendo i giorni del calendario, Jacopo da Varazze racconta la vita e
i miracoli dei vari santi e trascrive fatti relativi alle principali festività
religiose. A sua volta lo scrittore riprende varie testimonianze: i Vangeli
apocrifi, gli scrittori dei primi secoli della cristianità, i Dottori
della Chiesa, le tradizioni popolari. Nel caso specifico delle storie
di Gioacchino e Anna, Jacopo nella sua Legenda Aurea fa riferimento al
Protovangelo di Giacomo, citato anche nell'introduzione della Vulgata
di San Gerolamo, e al cosiddetto Vangelo della Natività della Vergine.
Il primo testo aveva una certa circolazione nel Medioevo e ha lasciato
ampie tracce nell'iconografia religiosa, soprattutto per la parte che
riguarda la nascita della Vergine e l'infanzia di Cristo. Un ulteriore
possibile riferimento letterario è lo 'Speculum Historiae' di Vincenzo
di Beauvais (XllI secolo), in cui è riportata la vicenda della
nascita della Madonna.
Giotto segue con un certo scrupolo il racconto della Leggenda Aurea, ma
si concede qualche deroga, ispirata direttamente dal Protovangelo di Giacomo:
inverte l'ordine della visione di Sant' Anna e del sogno di Gioacchino
e inserisce l'episodio del sacrificio di Gioacchino.
Iconografia
Un ulteriore spunto iconografico, oltre alle fonti letterarie, è
la possibilità di identificare l'angelo che visita Gioacchino e
Anna con l'Arcangelo Gabriele, monumentale protagonista della scena dell'
Annunciazione sull'arco trionfale della cappella.
La grande semplificazione degli ambienti architettonici consente a Giotto
di identificare efficaci 'cellule spaziali', destinate a ricomparire in
altre scene. Per esempio, la casa di Anna ritornerà nell'episodio
della Natività di Maria, sulla parete opposta: il contrasto tra
la solitudine di Sant' Anna in preghiera e l'allegra confusione del parto
scandisce la differente intonazione psicologica di due scene inserite
nel medesimo ambiente.
Da ultimo, si possono segnalare in questa sequenza alcuni riferimenti
ad architetture realmente esistenti: il tempio da cui viene scacciato
Gioacchino riprende l'articolazione del Sancta Sanctorum delle basiliche
romane, con transenne marmoree che racchiudono il ciborio su colonne tortili.
La porta Aurea, secondo l'opinione di alcuni studiosi, sarebbe un ricordo
delle costruzioni romane di Rirnini, e in particolare dell'arco di Augusto,
inserito nel sistema medievale delle mura merlate.
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